L’inulina è un alimento funzionale al quale si riconoscono, a pieno titolo, notevoli effetti positivi su regolarità intestinale e salute del microbiota. Negli ultimi anni, con la rinnovata attenzione al benessere metabolico, si è imposta come un valido alleato nella dieta di chi affronta problematiche gastrointestinali.
Estratta da piante e radici, l’inulina è una fibra solubile non digeribile. Questo significa che il nostro stomaco non la assorbe ma, depositandosi integra nell’intestino, questa viene fermentata e processata dalla flora batterica che se ne nutre stimolando la crescita di acidi grassi e bifidobacterium, fondamentali per il nostro benessere.
Origini e storia dell’inulina
Come nasce però l’ inulina o – più correttamente – come nasce il suo uso ? Le prime tracce documentate risalgono al 1804, periodo nel quale risulta effettivamente l’uso delle radici di Enula Campana (Inula helenium, da cui il nome della fibra), nota nella tradizione per il suo valore curativo. Bisognerà attendere la fine del medesimo secolo per trovare la prima testimonianza certa di un uso clinico, in particolare come una sorta di ‘marker’ per la misurazione della funzionalità renale.
Attenzione però : l’uso alimentare era presente già da secoli nelle cucine tradizionali di molti popoli. Questo perché il procedimento di estrazione avviene partendo da radici e tuberi piuttosto diffusi e che ne sono ricchi : primi fra tutti la cicoria ed il topinambur. Vale la pena però ricordare che l’inulina è naturamente presente in moltissimi altri vegetali quali aglio, cipolla, asparagi e banane.
Come si estrae l’inulina ? Il processo estrattivo è simile a quello dello zucchero da barbabietola: le radici vengono lavate, affettate e trattate con acqua calda o alcol, quindi filtrate e disidratata.
Struttura dell’inulina e differenze tra catene
Passiamo ora ad aspetti più tecnici e scientifici che ci permetteranno una comprensione più a tutto tondo dell’inulina. Utilizzando un linguaggio strettamente scientifico, l’inulina è un fruttano lineare ovvero una catena di unità di fruttosio legate a un’estremità ad una molecola di glucosio. La lunghezza di queste catene è un elemento monto importante perchè determina differenti comportamenti della sostanza nel nostro organismo:
- Catene corte: da 2 a 10 unità di fruttosio, hanno una fermentazione veloce, rapidamente efficace ma anche con maggiore possibilità di effetti collaterali.
- Catene medie: da 10 a 20 unità di fruttosio, ecco che la fermentazione rallenta, garantendo un assorbimento più delicato
- Catene lunghe: oltre le 20 unità di fruttosio, fermentazione particolarmente lenta, effetti collaterali quasi completamente azzerati e massimo beneficio per l’intestino.
Per l’inulina a catena lunga si parla, non a caso, di high‑performance inulin: il rilascio più graduale di nutrienti nel colon ne amplifica i benefici e limita – come dicevamo – gli effetti collaterali come gonfiore e flatulenza, rendendola adatta per un uso quotidiano anche a soggetti sensibili.
Benefici su intestino e metabolismo
L’inulina a catena lunga più di tutte le altre tipologie migliora la regolarità intestinale, riducendo notevolmente stipsi, condizioni dell’epitelio e della flora intestinale, prevenendo disbiosi e svolgendo indirettamente un’azione antinfiammatoria generale.
La produzione di acidi grassi SCFA, dovuta alla fermentazione, migliora la tolleranza al glucosio e la sensibilità insulinica.
Inoltre l’inulina ha anche il pregio di stimolare il senso di sazietà e la regolazione del peso corporeo, presentando al contempo una lieve azione benefica sull’assorbimento di trigliceridi e colesterolo.
Chi dovrebbe assumere inulina
L’inulina è particolarmente indicata per chi soffre di stipsi e irregolarità intestinale o a chi è predisposto a sindromi metaboliche quali prediabete o iperlipidemia.
Anche negli anziani, è molto utile per lenire la fragilità intestinale e la riduzione del microbiota dovuta all’età. Troveranno sicuro beneficio anche le persone con una dieta povera di fibre vegetali non processate, nonchè le persone in sovrappeso o impegnate nel mantenimento di una dieta ipocalorica.
Precauzioni e controindicazioni
L’inulina è generalmente sicura e ben tollerata. Per donne in gravidanza e allattamento, bambini e in caso di allergie è sempre consigliato il consulto con uno specialista.
E’ buona pratica inserire gradualmente l’inulina nella propria dieta, iniziando con basse concentrazioni e aumentando poi nel tempo per valutare la propria soglia di tolleranza. In caso di sovradosaggio o in soggetti con intestino irritabile o immunocompromesso potrebbero infatti presentarsi fenomeni di gonfiore e flatulenza.
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Piccola bibliografia in Open Access
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